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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
‘Sia fatta la tua volontà’.
Dall’amore benefical-sacrificale il contenuto e la direttrice
della sua volontà: vuole il sacrificale suo e nostro.
*) Il suo: vuole sacrificarsi: volontà da talamo eternale,
ove l’essere è fare. È espropriazione, cessione, personificazione,
comunione, somma sacrificazione, somma beneficazione
(il Figlio). Volontà non sollecitabile da noi.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale da
dire e da fare. Bene appellato e collocato. Bene augurato e
perorato; bene attualizzato: ‘Sia fatta la tua volontà sacrificale
come in cielo così in terra’. È la volontà divina: la
Paterna. Ci siamo arrivati percorrendo tre gradini:
1) Il sensibile: corpo umano animato, coi suoi organi sensibili,
dotati di una loro specifica facoltà che li fa pronti
ad entrare in azione.
2) Lo spirituale creato: lo spirito umano animato. Esso
pure ha i suoi organi spirituali dotati di una loro specifica
volontà, che li fa pronti a entrare in azione; sono
essenzialmente due: intelligenza e volontà.
3) Lo spirituale increato: è lo Spirito Paterno animato, coi
suoi organi spirituali dotati di una loro perfettissima
facoltà: intelligenza e volontà, in azione continuata. Da
Intelligente si coglie quello che è, e da Volitivo vuole
quello che è.
Cosa è lo Spirito Paterno?
Io sono uno spirito puro e semplice; Lui è fatto di amore:
amore beneficale: quello che fa essere è tutto buono. Ha
una sua facoltà: la creatrice. (Per qual fine ci ha creati? Per
lasciarci sacrificare dalle sue creature) Amore sacrificale:
per esso ama il sacrificale. Ha due sue facoltà: la generatrice
e la facoltà metamorfosale. Intelligenza e Volontà si
radicano nell’Amore Benefical-Sacrificale. Così la volontà
ha il suo contenuto e la sua direttrice: è carica di beneficalità
e sacrificalità. Vuole il sacrificale suo e nostro.

*) Il suo: vuole sacrificarsi e lasciarsi sacrificare.
°) Il suo volere sacrificarsi ci porta fuori della terra e del
cielo, ci porta nel suo talamo eternale.
Sì, il Visuato Paterno mi ha fatto vedere di rimando la
volontà generatrice di ogni altra: quella celeste e quella
terrestre; volontà eternale la prima, temporale la seconda.
Il Padre ama sacrificarsi eternamente.
Dalla visione di quello che ha fatto per me: ‘Espropriato
mi si è ceduto, concepito dallo Pneuma mi si è dato da
vivere al sacrificale’, ho potuto individuare quello che si
svolge nel talamo eternale.
L’ho visto nella sua continuità perfetta di atto puro.
Il Padre vi è, vi fa. In Lui l’essere è fare.
a) Vi è espropriazione eternale. Come una espropriazione
è in funzione di una cessione, ci si espropria
unicamente per cedere a un altro la proprietà, così la
sua è simultaneamente cessione.
b) La nostra cessione suppone una persona esistente
cui passo la mia proprietà; mentre la sua è personificazione
di Figlio, il quale non trattiene l’amore
Paterno in sua proprietà, ma lo fa rifluire in circolazione:
è la comunione eternale.
Lo dirà in terra: ‘Tutto ciò che è tuo, è mio, e tutto ciò che
è mio, è tuo’. Non lasciate sfuggire la fusione perfetta tra
amore beneficale e sacrificale. La sacrificazione è il massimo
bene: la eterna generazione del Figlio.
Sacrificandosi, genera il bene della famiglia trinitaria. Dal
suo essere trae il suo volere.
È Amore Benefical-Sacrificale. Vuole quindi la sua sacrificazione
per una cessione personificata che volge in
comunione eternale.
Il Padre vuole la sacrificazione sua, senza subizione dal
Figlio: ama sacrificarsi, ma non vi può essere sacrificato.
Eppure il Padre ama lasciarsi sacrificare.
Per questo Amore vuole la sua metamorfosi creatrice per
un volere che ci tocca personalmente: da noi vuole lasciarsi
sacrificare.

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