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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
‘Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra’.
Volontà divina Paterna. Vi si arriva partendo dal sensibile:
corpo animato con organi facoltati. Passando per lo
spirituale creato con due organi facoltati: intelligenza e
volontà. Il Padre è Spirito divino facoltato, che sono radicati
nel suo amore beneficale, sacrificale; la volontà è
benefica, sacrificale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale da dire e da fare.
Bene appellato e collocato. Bene augurato e perorato:
venga il tuo Regno sacrificale: temporale e eternale. Col
tuo il nostro: il cosmico, il bellico, l’inimicale, il fisico:
venga il nostro sacrificale fisico. (Bene attualizzato)
‘Sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra’.
Accostiamoci prontamente alla volontà che è sicuramente
divina, ma che abbisogna di una specificazione: è volontà
divina Paterna.
Facciamone subito parola. Per arrivare alla sua dobbiamo
partire dal sensibile, per passare allo spirituale creato e
giungere allo spirituale increato.
1) Il corpo animato di cui ciascuno è dotato ha i suoi organi
vitali.
Parliamo di quelli che ci mettono a contatto con il
mondo esteriore: l’organo della vista, dell’udito, del
tatto, del gusto, dell’olfatto: sono i 5 sensi principali.
Ognuno di essi ha la sua specifica facoltà: è data da
quella struttura funzionale che gli consente una specifica
azione: la vista per vedere, l’udito per udire, il tatto
per toccare, il gusto per gustare, l’olfatto per odorare.
Così si compone la realtà fisica: un essere fisico degli
organi delle facoltà attive, dove organi e facoltà si identificano
al punto da fondersi anche in parola: così la
facoltà visiva.
2) Il corpo animato coi suoi organi facoltati ci aiuta a
comprendere qualcosa dello spirito creato: il nostro. Il
corpo è animato, e cioè si fonde con la sua vita; pure lo
spirito è animato, e cioè si fonde con la sua vita.
Il corpo ha i suoi organi corporei facoltati e formano la
ricchezza della vita corporea; così pure lo spirito animato
ha i suoi organi spirituali facoltati e formano la
ricchezza della vita spirituale.
Gli organi spirituali facoltati sono essenzialmente due:
intelligenza e volontà.
3) Se lasciamo lo spirito creato: il nostro, e ci volgiamo a
quello increato, il discorso si fa un po’ più difficile, ma
non impossibile. Io sono uno spirito creato. Il Padre è
lo Spirito increato. Lui è Spirito e come tale è dotato di
due organi facoltati allo stato di perfezione assoluta:
intelligenza e volontà. Da Intelligente coglie quello che
è, da Volitivo vuole quello che è.
Il Padre è Spirito di Amore: lo coglie, e lo vuole.
Quell’Amore ha come due facoltà:
1) L’una beneficale: per la quale fa essere ciò che è bene:
lo chiamo Amore Beneficale. Facoltà creatrice.
2) L’altra è una facoltà sacrificale: per la quale Lui ama
piccolare, fare il piccolo, e quindi sacrificarsi e lasciarsi
sacrificare. Il sacrificarsi è facoltà generatrice. Il
lasciarsi sacrificare è facoltà metamorfosale. È il suo
Amore Sacrificale.
Il primo è in funzione del secondo. Possiamo allora comporli
così: il Padre è Spirito fatto di Amore Benefical-
Sacrificale. Nel suo essere affondano le sue facoltà: intelligenza
e volontà. La facoltà vuole unicamente quello che
l’essere è. Tre realtà concatenate: essere, facoltà, attività.
Abbiamo così individuato il contenuto e la direttrice della
volontà Paterna: la sua volontà è beneficale: vuol fare del
bene e solamente del bene; come pure è sacrificale: vuole
il sacrificale: suo e nostro.
Composta, mi dà: Volontà Benefical-Sacrificale.

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