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Decimo dono: pregare il sacrificale facendo.
Quello fisico venga.
*) Richiesta: insito nella forma sensibile, programmato,
non cedibile. Il valore è dalla variabile intensità. Vale
in sé e vale per:
a) Il suo fare: mi chiama alla guarigione segno di un’altra.
b) Il suo dire: di un altro dolore: lo pneumatico.
Satana anestesista. Anestesia cesserà alla nascita al cielo:
sentirò il conscio e l’inconscio, il solubile e l’insolubile.
Lo sente ora il Padre.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato: venga il tuo Regno sacrificale
temporale e eternale; col tuo il nostro: il cosmico, il
bellico, l’inimicale, il fisico. Venga il nostro sacrificale fisico.
È insito nella forma potenziale data alla vita. Ad essa
effettivamente unito; da Satana affettivamente smembrati.
Dal cristiano ricomposti in unità affettiva mediante l’amore
sacrificale che stiamo recuperando con appropriate conoscenze
visuate che facciamo scorrere da quattro richieste:
1) Cosa mi vuoi dire
2) Cosa mi vuoi fare
3) Quanto mi vieni a costare
La domanda: qual è il suo costo? Un’unica risposta: è il
dolore sia fisico che morale.
*) Il fisico a sua volta può essere naturale o artificiale.
Siamo al naturale: ha una grande varietà per la molteplicità
delle parti del corpo. Il valore è proporzionato al suo
costo, e il valore lo passa integralmente al sacrificale fisico.
È il dolore che avvalora il sacrificale.
a) Come il sacrificale è insito nella forma potenziale della
vita, così il dolore è insito nella forma sensibile della vita.
Il dolore lo dobbiamo alla sensibilità fisica della vita.
b) Come il sacrificale, così il suo dolore ha la sua programmazione
vitale e si muove esclusivamente nell’ambito
personale: non è cedibile da persona a persona. Solo
Gesù può far discendere il suo dolore crociale in una
creatura bene abilitata come S.Francesco, stigmatizzato.
c) Il dolore fisico trae il suo valore dalla sua variabile
intensità: il dolore ha indefinite gradazioni: da quelle
ottiene il suo valore. Vale in se stesso, ma anche vale
per il suo fare e dire.
1) Cosa mi vuol fare. Ha un valore naturale: il dolore
attira l’attenzione sulla parte che è in malattia. Il
dolor di denti mi chiama su quell’ammalato. E perché
mi chiama? Non certo per aggiungere al fisico
anche il dolore morale, ma per sollecitarmi a rincorrere
i mezzi per la sua guarigione. Il dolore fisico è
benefico: mi vuol salvare la vita. Vuole la mia guarigione,
e io devo impegnare i mezzi ordinari a mia
disposizione. Guarire è un segno profeticale: mi
parla della possibile guarigione pneumatica.
2) Cosa mi vuol dire. Ha un valore profeticale: mi parla
di un altro dolore che lo supera infinitamente: il
dolore pneumatico, che dovrei sentire quando mi
faccio male all’amore. L’amore che si fa male è
quello sacrificale; il male che si fa è l’egoisticità.
Satana mi ha atrofizzato la sensibilità spirituale dell’amore
sacrificale mediante il piacere che mi dà l’egoisticità
dell’amore. Il piacerale è l’anestesia al dolore pneumatico.
Dovrei arrivare a sentire il dolore pneumatico come quello
fisico: dono da santi. Quello che non sentiamo in vita,
lo sentiremo prontamente alla nascita al cielo e lo sentiremo
fino allo scioglimento del male che ci siamo fatti
all’amore consciamente e inconsciamente. Ognuno sentirà
che il suo dolore è solubile o insolubile.
1) Se lo volete toccare il Purgatorio, il dolore fisico vi fa
allungare la mano fino a toccarlo.
2) Ma vuol farci toccare con mano anche il dolore insolubile.
Sarà l’ultimo, che si fermerà solo con la morte. Se alla fine di
qui non riuscirà a spuntare il dolore pneumatico, prontamente
alla nascita sentiremo un dolore morale terribile struggente:
sarà pianto (dolore morale) e alla fine si aggiungerà lo stridore
di denti (dolore fisico). Dolore salvifico. Mi parla pure
del dolore pneumatico Paterno. Cosa sente il Padre che in
tutta l’umanità ai giorni nostri si fa orribilmente male
all’amore? Sente un dolore così vasto, immenso, profondo,
svariante, struggente, da non potersi neppure confrontare con
quello del Figlio in croce nella Chiesa. Il Figliale è temporaneo,
il Paterno è tendenzialmente eternale. Il dolore fisico è lì
per salvarci di qui temporaneamente, ed eternamente di là.

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