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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Venga il mio sacrificale fisico.
Terza richiesta: il suo costo: dolore morale.
Terzo beneficio: il dolore morale mi dà una pallida idea del
possibile eternale straziante dolore pneumatico qualora
non ci si arrivi al presente con la guida del dolore morale.
Segno profeticale. Ci fa intravedere la realtà della terribile
eterna morte dell’amore. Non separazione da Dio.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale da
dire e da fare. Bene appellato e collocato. Bene augurato e
perorato: venga il tuo Regno sacrificale: temporale e eternale.
Col tuo il nostro: il cosmico, il bellico, l’inimicale, il
fisico: venga il nostro sacrificale fisico.
Lo ha collocato nella forma potenziale data alla vita, ad
essa effettivamente unito, da Satana smembrato, da ricomporre
con l’amore sacrificale che vorremmo recuperare
con la risposta a quattro questiti: ‘Sacrificale fisico: cosa
mi vuoi dire, cosa mi vuoi fare, quanto mi vieni a costare’.
Dolore fisico e dolore morale sono il suo costo.
Il dolore morale me lo preparo al mio vivere egoisticale.
L’egoisticità è comunionale: sempre con me stesso (meitaria),
talora sugli altri (autoritaria), di frequente con gli
altri (paritaria). A ogni colpo subìto dalla comunione, il
dolore morale fa la sua sortita. Non è punitivo, ma beneficale.
Un primo bene: mi dà la misura esatta del grado di
comunione egoisticale realizzato. Un secondo bene: il
dolore morale per la comunione infranta mi rimanda alla
comunione infrangibile con Dio Padre. Mi sollecita il suo
dolore per il male che mi sono fatto all’amore. Me lo
suscita per la sua trasformazione in comunione di morte.
Mi sospinge almeno a una parità fra dolore morale e dolore
pneumatico.
Un terzo bene: il dolore morale (ti vuol parlare di un possibile
eternale struggente strazio pneumatico) è un segno
profeticale di primissimo ordine. Importante farlo parlare
rettamente.
Il dolore morale è sempre di natura spirituale, in quanto
proviene da comunione egoisticale infranta. E per costruire
una tale comunione io impiego lo spirito di amore
Paterno che Satana mi ha egoisticizzato. Ha anche una
componente sensibile la quale è sempre presente nella
costruzione egoisticale. La comunione con Dio è puramente
spirituale, ma con la creatura sensibile ha sempre
una componente sensibile; di qui il pianto e il dolore
morale in parte spirituale e in parte sensibile, ancor più la
comunione trasformata in morte dovrebbe darmi dolore
pneumatico. Di qua: il dolore pneumatico per il male che
mi faccio all’amore è beneficale al sommo, me lo fa solubile,
ma se uno non ci arriva, va ammassandolo.
Il male in tale gradazione da provocare nel sentire spirituale
uno scoppio disastroso nell’atto in cui si perde la propria
sensibilità col sacrificale fisico finale, con la morte fisica.
Leggiamo profeticamente i tragici fatti di cronaca: suicidi
vari,... I commenti: ‘Stanchi del troppo buon tempo. Il
troppo buon tempo rompe l’osso del collo’. Superficiale
commento. La comunione meitaria li lancia sulla superstrada
della grandezza davanti agli altri, della potenza
sugli altri e della felicità in se stessi. Toccati i limiti estremi
di quella comunione, ecco il colpo fatale che la polverizza.
Il dolore morale è tale che la vita talora è ustionata,
talaltra è polverizzata. Un dolore morale non portabile ti
schiaccia. È un anticipo parziale di un possibile dolore
pneumatico che mancato di qua, ti schiaccia di là senza la
possibilità di farla finita. È l’eterna morte dell’amore, è
l’inferno eterno che non è perdita di Dio come il fideato ci
ha sempre detto e che ripetiamo a vuoto, ma è l’eterna
comunione con la morte dell’amore Paterno. Dolore
morale è pallida idea della tragedia eternale infernale.

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