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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Venga il mio sacrificale fisico.
Terza richiesta: il suo costo: dolore morale.
*) La comunione paritaria: la genitoriale senile. Tre parità.
Mezzi psicologici: affiancamento, dialogo senile.
Abbinata alla meitaria. Giudizio. Il colpo mortale: desolazione,
riattivazione e la ricerca di messaggi medianici.
Quello pneumatico: smettila dalla comunione senile.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale da
dire e da fare. Bene appellato e collocato. Bene augurato e
perorato: venga il tuo Regno sacrificale: temporale e eternale.
Col tuo il nostro: il cosmico, il bellico, l’inimicale, il
fisico: venga il nostro sacrificale fisico. Deriva dalla
forma potenziale della vita. Effettivamente ad essa unito,
affettivamente stralciato da essa. Possibile la riappacificazione
mediante l’amore sacrificale che attingiamo dal
visuato Paterno pronto a rispondere a queste richieste:
1) Cosa mi vuoi dire
2) Cosa mi vuoi fare
3) Quanto mi vieni a costare?
Dolore fisico e morale sono il costo del nostro sacrificale. Il
morale: sgorga dal modo abituale di vivere: dal costume di
vita egoisticale: mi faccio su egoisticamente. La mia egoisticità
è comunionale. Comunione meitaria (con me stesso),
comunione autoritaria (sugli altri), con attenzione prevalente
alla materna. Passiamo ora a un’altra comunione egoisticale:
la paritaria. Di esemplari ce ne sono tanti: così la amicale
semplice (due amici), la amicale composita (due amici fidanzati):
alla semplice si aggiunge la sessuale di due fidanziati.
La comunione sponsale: due sposi. Ma la mia scelta è andata
a cadere sulla comunione genitoriale senile. (Fate pure
entrare la fraterna senile) È quella che si instaura fra due genitori,
che permangono in solitudine a seguito del volo iniziale
che li ha provati dei figli. La chiamo paritaria, perché le
diversificazioni svaniscono. Vita da pensionati; anni per
ambedue; acciaccosi. La parità più forte si stabilisce sul piano
vitale che impegna entrambi. Impegno solidale nella tutela e
difesa della salute prima preoccupato, poi tenace, e alla fine
disperato. Entrambi intenti a lottare per la difesa della vita.
(Sostegni psicologici con senso di sicurezza) Elemento decisivo
per quella difesa è la compresenza di ambedue.
1) Affiancamento costante. L’uno vive dell’altro; l’appoggio
da un valido sostegno psicologico (quasi a scongiurare
il distacco): la ragione del continuare a vivere sta nella
presenza dell’altro; il crollo dell’uno non una sola volta
induce il crollo dell’altro. È la simbiosi senile: stiamo in
gamba, perché se cade uno, lo segue anche l’altro. Così
cementati, lottano accanitamente contro la morte.
2) Il dialogo senile si fa intenso assai e sempre accorato.
Discutono insieme sugli accorgimenti da prendere, le
precauzioni da applicare, gli ammonimenti da impartire,
e sono sempre animati dalla paura, dal timore e dal
terrore della partenza. Questa comunione segue l’andamento
della meitaria: più si avanza, più si approfondisce,
più si solidifica, si fa tenace e audace.
Concordano pienamente in un solo impegno: ‘Adesso dobbiamo
guardare di star bene tutti e due’.
Un giudizio è estremamente facile: è una comunione senza
alcun fondamento, campato in aria, fuori dalla realtà, quindi
irreale, finanche assurdo, perché non otterrà alcun rispetto.
È l’ultima fiammata egoisticale. Tutto è pronto per lo
scoppio di un dolore morale che non una sola volta porta
allo spegnimento accelerato della vita che rimane. E il
tempo della permanenza è caratterizzato da una sconsolata
desolazione, che rende incapaci a capire l’enorme sbaglio di
una comunione senile, e dal tentativo ostinato di riattivare
nei ricordi la comunione che la morte ha polverizzato. Un
tentativo vuoto, vano, narcisistico: nocivo assai allo spirito
di chi vorrebbe sciolto il male che si è fatto con la comunione
senile. Con quale coscienza cristiana si tiene acceso lo
stato febbrile del defunto che anela con tutte le sue forze al
suo spegnimento e alla sua totale soluzione? Come mai la
partenza di uno non riesce a sciogliere dalla adesione egoisticale
e a calamitare pensiero, desiderio e preparazione
verso quel traguardo eternale: ‘Smettila dalla tua comunione
egoisticale e lasciami inoltrare nella comunione vitale!’.

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